Inauguriamo questa nuova rubrica del blog dedicata alla posta che riceviamo. A volte in trasmissione non c’è tempo di leggere con calma e attenzione i messaggi che inviate e così abbiamo deciso di inserirli anche qui, facendo chiaramente una cernita. Ricordiamo il nostro indirizzo: bordernights@webradionetwork.eu
CONSIGLI 1
Visto che seguo Border nights da tempo, vorrei farvi alcune proposte su argomenti di controinformazione che mi sembra non siano stati trattati, magari per delle mie lacune. In primo luogo vorrei proporvi di affrontare le vicende dell’unità d’Italia, del ruolo che vi ha avuto la massoneria, dell’annessione del Regno dell due Sicilie e del fenomeno del brigantaggio. Il tutto al di fuori della storiografia ufficiale ovviamente, notoriamente scritta dai vincitori e che ha contribuito a mitizzare figure tutt’altro che eroiche, come Nino Bixio tanto per citarne uno. Una persona molto valida per affrontare l’argomento credo possa essere Giordano Bruno Guerri (vedi questo ad esempio). Un secondo tema è venuto fuori parlando con un amico del libro Unisex della Perucchetti ed è quello della distruzione della figura del padre nella società odierna, figura questa che finora si è fatta implicitamente carico di mantenere la disciplina nella famiglia in virtù di un’autorità consolidata nei secoli. In effetti da quel momento nella maggior parte dei programmi (cartoni animati e telefilms soprattutto) ho riscontrato che il padre tendenzialmente è quello che fa la figura del pasticcione e del buono a nulla, che nell’ottica del condizionamento della società in vista del nwo non mi sembra male… Saluti a te e a Paolo, ma soprattutto grazie per il servizio che fornite.
CONSIGLI 2
Cari ragazzi, voglio darvi un consiglio sulla strutturazione del vostro bel programma. Credo che il mio pensiero sia conforme a quello di tanti ascoltatori. Premesso che ci sono delle puntate che sono particolarmente turbanti per un ascoltatore, anche se è pronto e cerca argomenti del genere, alla fine rimane perplesso, spaventato e sconcertato. Sappiamo che questo stato emotivo è dannoso per la psiche e per la rinomata “frequenza vibrazionale” che precipita a minimi storici di una persona. Il mio consiglio è di spostare questi argomenti nella prima parte del programma o nella parte centrale, così da dare subito una bella “botta”, poi cercare, nell’ultima parte, di offrire argomenti o induzioni per tirar su il morale. La frequenza si alza e anche se rimane il ricordo dei tremendi argomenti trattati, si finisce la trasmissione con una situazione emotiva più o meno stabile, compensata da questa ultima parte. Capisco che se non si sbatte in faccia alla gente certi argomenti questi continuano a dormire, ma è anche vero che una strutturazione “sali scendi” dell’impatto emotivo può solo giovare sia all’ascoltatore medio sia alla longevità della trasmissione. Sono ben gradite le battute spontanee e le risate durante tutta la trasmissione. Non sto pensando tuttavia all’invito di comici, sia ben chiaro. Per l’ultima fase quindi, potrebbero essere ben gradito anche l’invito di ospiti che mettono di buon umore, es.: Carpeoro, Malanga, Mazzucco, oppure Guide di meditazione. Mi rendo conto che non tutti hanno la pasienza di Carpeoro e non potrebbero essere sempre disponibili… Un’idea potrebbe anche essere creare uno spazio alla meditazione di gruppo tipo Hoponopono oppure altro, anche 10 min, anche se non serve a granché potrebbe almeno mettere di buon umore. Cosa ne dite? del resto qualcosa del genere se non sbaglio l’avevate pensato anche voi in passato! PS. Ascoltando anche il podcast di Italo Cillo, mi ricordo una volta che trattò un argomento molto interessante riguardante il fatto che esiste una spece di legge non scritta, un codice diciamo d’onore che seguono i poteri forti (le varie massonerie). In base a questa pseudo legge-codice, se ho capito bene, esiste l’obbligo da parte loro di informarci in qualche modo, diretto o indiretto, di quello che andranno a fare. Vi risulta questa cosa?
CONSIGLI 3
Ciao ragazzi,perché non invitate Andrea Conti ad intervenire in trasmissione? Paolo lo conosce,é molto preparato,affronta prevalentemente tematiche di salute legate all’alimentazione. Il suo blog é moooolto interessante http://contiandrea.wordpress.com/about/ e la cosa bella é che lui ha un atteggiamento ottimista verso il futuro!! Basta(almeno per un pó)parlare di stragi,orrori e sinistri presagi! Parliamo di tecniche per incrementare la nostra salute ed energia!! E l’alimentazione é tra i metodi piú efficaci! E poi….la primavera é alle porte….non sentite desiderio di rinnovamento? Vi ringrazio per il vostro lavoro!! 🙂 Nico
CONSIGLI 4
Ciao Fabio e Paolo, siete mitici! Mi scuso se non ho azzeccato l’indirizzo giusto per le segnalazioni/richieste. Vi scrivo per segnalarvi questo studioso dei Castelli Romani, Giuliano Di Benedetti (ho mandato una mail al blog qualche tempo fa) che parla della Divina Commedia come non ha mai fatto nessun altro. Non so se tutto quello che sostiene possa essere vero e verificabile, però è estremamente affascinante. Vi linko una sua intervista sul tema appena pubblicata: https://www.youtube.com/watch?v=qM6KdEdNpeI Invitatelo! Grazie per l’attenzione e buon lavoro! Fabio
RIFLESSIONI 1
Salve a tutti. Anzitutto complimenti per la trasmissione che seguo sempre volentieri. Ho ascoltato solo oggi la puntata 114,quella col signor De Angelis. Mi chiamo Manuela e se non disturbo vorrei condividere con voi alcune riflessioni. Anzitutto, vorrei segnalarvi un libro a mio parere molto bello : “l’atlantide e la terra dei giganti”. Di David Saurat. Il libro parla della vita dei giganti sulla terra possibile per via della vicinanza della luna. Ma la luna che abbiamo oggi sarebbe in realtà la terza luna. Gli asteroidi caduti sulla terra furono secondo questo libro, la prima e la seconda luna. La luna che oscurò il sole. Oppure ci fu tanta polvere causata da una bomba nucleare da oscurare il,sole. dato che gli dei enki ed enlil venivano chiamati cavalieri delle nubi, mi viene da pensare che erano abitanti della terra che sapessero volare, e magari avessero un’avvanzata tecnologia. Ma sempre terrestri. Non c’è bisogno di disturbare gli alieni. Inoltre, ma cito soltanto, secondo Michael Heiser le traduzioni di Sitchin sono molto sbagliate e piene di errori. Heiser tentò molte volte di chiedere a Sitchin le fonti, i passaggi sumeri, delle sue traduzioni, ma Sitchin non diede mai risposta. Quando si parla del dio Ra, i geroglifici lo descrivono come dio di un oggetto luminoso vicino alla terra. Inoltre nella loro lingua, per quel che ho sentito dire, la luna era una parola maschile non femminile. Come oggetto luminoso vicino al pianeta si pensa subito al sole. Ma secondo questo libro di Saurat, all’epoca, l’oggetto luminoso più vicino era la seconda luna, che poi si schiantò. Forse le piramidi erano armi che servivano a sparare raggi e far,esplodere la luna prima che si scontrasse contro la terra ! forse per questo gli dei minacciavano di finire la piramide in tempo. Spesso ascoltando la trasmisdione ho sentito il conduttore raffreffato. se posso vorrei anche consigliare la vitamina c crystal della solgar. Presa tutti i giorni, mezza punta di un cucchiaino di plastica con acqua appena tiepida, elimina per sempre la possibilità di avere raffreddori, tosse, mal di gola,febbre. va bevuta entro 5min, dopo 5min la vitamina c si rovina. Vi saluto tutti con un forte abbraccio. Manuela
RIFLESSIONI 2
Paolo, e anche a te caro Fabio, in realtà dovrei dire qualcosa di abbastanza corposo. Forse Paolo si ricorderà di me, io mi chiamo Nicola Novella, sul forum di poteri occulti ero Youkai. Quella che voleva essere una nota alla fine è diventato il discorso centrale, vedete voi se citarmi o meno anche se non ne vedo neanche più il senso. Mi dispiace se il discorso non è molto lineare, è la quarta volta che lo riscrivo, sai paolo quando ti abitui al silenzio poi non vorresti più proferire parola, io vorrei condividere con voi un momento di silenzio e un abbraccio ma non potendolo fare spero apprezziate lo sforzo 😛 . Anche se un saluto da parte di entrambi in diretta non mi dispiace *w* . Paolo, seguo abbastanza la trasmissione, mi piace molto anche per Fabio, la puntata 115-114, non ricordo ci si è sviluppati il discorso sul perché tentare di cambiare le cose anche se queste capitano quando dovranno capitare. Era una bella discussione che mi piaceva molto, trovandomi davanti a questo dilemma tutti i giorni, sapere che anche per te è un dilemma costante mi rincuora non essere l’unico, mal comune mezzo gaudio. Per quanto sia vero questo “le cose accadono quando devono accadere” è vero, però a volte c’è quel qualcosa che ti spinge a fare qualcosa lo stesso. So benissimo che molte persone non mi capiranno quando gli parlerò però ci sono delle volte in cui ho proprio la necessità di scontrarmi con loro. Anche se non so voi, ma paolo, fabio, a me sembra che molto spesso quando ho il bisogno di scontrarmi non sia perché sono guidato da estremo altruismo, ma sia un bisogno dentro di me di scontrarmi contro qualcuno, magari un messaggio che se anche non sembra magari vorrei dire a me stesso, e lo rifletto nello scontro che mi vado a creare. Non lo so, io penso che gli altri siano lo specchio di ciò che abbiamo dentro, e che così gli eventi che ci andiamo a creare siano perché ci dobbiamo confrontare con qualcosa di noi stessi verso cui siamo in contrasto. E questo manda un po’ a quel paese governi, religioni, e altre cose, perché il punto e la fine iniziano sempre da te, e per quanti governi o no, sei sempre tu a decidere quanta sofferenza avrai nella tua vita nel decidere di non confrontarti con te stesso o voltarti dall’altra parte e sperare nella prossima vita di avere più voglia. Battiato dice che non c’è fortunatamente la raccomandazione nella meditazione, ed effettivamente io mi trovo un po’ combattuto, perché non posso aspettare che la meditazione avvenga da sé, o che mi venga sempre la voglia di farla, a volte devo essere io che prendo, mi siedo e lascio fluire le cose con pazienza, non si farà da sola questa cosa. Che tra l’altro la meditazione non è un qualcosa di religioso, non è cristiano o buddhista, è prendersi un po’ di tempo per sé stessi, e sedersi, fine. Non è questione di fede, è questione di volersi bene e di riaquisire il proprio tempo come dice sCarped’oro :P. L’alimentazione non è qualcosa che si farà da sola, anche se è una cosa diversa, l’alimentazione puoi metterla in pratica più spesso, la meditazione è un qualcosa di intenzionale e a sé. Io penso che bisognerebbe avere un po’ più le palle di volersi del bene, oppure bisognerebbe volersi bene abbastanza da volersi del bene. Non è facile volersi del bene di questi giorni, siamo quasi più presi dal sperare nella catastrofe, nel sperare che da un giorno all’altro il governo diventi dittatoriale con la polizia e le forze armate per le strade, così da avere una scusante per non prendere la responsabilità della propria vita. E la responsabilità della propria vita non significa solamente sopperire ai bisogni primari per la sopravvivenza, ma affermare la propria personalità(come diceva la dottoressa RITA :P) sempre, al di là del rispetto incondizionato per l’autorità, al di là del giudizio degli altri, al di là della propria timidezza. Avere le palle di essere un po’ più temerari anche per un solo giorno all’anno, e mano a mano farlo per più giorni. Senza scordarsi il buon senso. Ascoltare il proprio istinto, il proprio cuore, i propri sentimenti, ascoltare ciò che ci si sente dentro. Io faccio ciò che sento ed ho scoperto molte cose, non sono esente dagli squilibri, ma quel dogma di quiete che ci è stato tramandato è una vita piatta in cui non debba accadere nulla, invece la felicità e i momenti di contrasto interiore sono costantemente presenti, però vivi una vita molto più piena e con un senso che non sia quella di sopperire alle aspettative di qualcun altro più che vivere la tua vita per come la vuoi tu. Come se fare quello che vuoi tu fosse qualcosa di sconsiderato, qualcosa di “careless”. “Tu devi vivere come la società/tradizioni/famiglia ti dice di vivere, altrimenti stai buttando la tua vita se non sei utile alla società”. “Don’t get set into one form, adapt it and build your own, and let it grow, be like water. Empty your mind, be formless, shapeless — like water. Now you put water in a cup, it becomes the cup; You put water into a bottle it becomes the bottle; You put it in a teapot it becomes the teapot. Now water can flow or it can crash. Be water, my friend.” Paolo, cavolo ti giuro che mentre volevo scrivervi qualcosa, mi sentivo il cervello articolare i pensieri come se fosse una lumaca… alla fine mi son accorto che non avevo proprio nulla da dirvi di interessante… è proprio difficile trovare qualcosa da dire quando ti abitui al silenzio. Non vedo l’ora di ascoltare Vauro Venturi. Un abbraccio ad entrambi.
DOTTORESSA LICENZIATA
Ciao ragazzi, eccomi di nuovo qui! In un articolo di oggi (25 marzo), a firma Marcello Pamio, leggo che la dottoressa Michela De Petris, medico ricercatore presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e medico specialista presso il San Raffaele, sempre di Milano, è stata licenziata presso quest’ultima struttura dopo un servizio rilasciato alle Iene in cui si testimoniava la guarigione attraverso l’alimentazione di un signore malato di tumore al cervello, già in metastasi. La dottoressa, che io conosco per aver contattato più volte via e-mail, è nutrizionista specializzata in alimentazione vegana, disponibile e preparata. Forse troppo ingenua, però. Se in una delle prossime puntate affronterete ancora l’argomento, perché non la contattate? PS: Non sono riuscita a trovare il link al video, andato in onda il 5 marzo, ma vi inoltro il link dell’articolo di Pamio: http://disinformazione.it/inquisizione_moderna.htm Come sempre, un abbraccio a tutti e buon lavoro! Vera
SUL METODO DI BELLA
Caro Fabio, sono un ascoltatore occasionale della trasmissione Border Nights in cui spesso colgo spunti interessanti. Ho ascoltato anche l’ultima puntata in cui si è parlato del Metodo Di Bella (MDB) con la dott.ssa Brandi, di cui ho apprezzato la chiarezza espositiva e l’onestà intellettuale con cui è arrivata, negli anni, a riconoscere la superiorità del MDB rispetto alle cure ufficiali del cancro. Se mi è consentito, vorrei soffermarmi su alcuni aspetti fondamentali del Metodo Di Bella, del suo ideatore e della sua vita che forse non sono sufficientemente emersi nell’ultima puntata, e di cui, qualora invitati in trasmissione, potrebbero parlare ampiamente i due figli dello scienziato, in particolare Adolfo Di Bella (email info@dibellainsieme.org) che ha pubblicato meno di due anni fa, con il titolo “Il poeta della scienza”, una documentatissima biografia del padre. Gli spunti che seguono sono tratti quasi esclusivamente da tale libro. Mi riferisco innanzitutto allo spessore scientifico, morale, intellettuale e umano del professor Di Bella che, a causa di queste sue qualità e di quello che aveva proposto al mondo scientifico ufficiale, ha subìto per tutta la vita una persecuzione talmente dura e continuativa che averla sostenuta e sopportata è stata già di per sé un’impresa titanica, impensabile ai più. Luigi Di Bella, classe 1912, era nato in una famiglia, se non povera, sicuramente impossibilitata ad affrontare le spese per far studiare quel ragazzo dall’ingegno così promettente. Rimediò lui stesso con sacrifici ed espedienti come quello di studiare la notte all’aperto, in mancanza di petrolio per la lampada, sotto la luce del lampione della strada. E partecipando ai concorsi nazionali riservati agli studenti meritevoli, vincendo tutti quelli a cui prese parte. Divenuto studente della facoltà di medicina a Messina, i professori facevano a gara per andarlo ad ascoltare quando si presentava agli esami dopo aver digerito i libri di testo in pochi giorni e approfondito di sua iniziativa la materia su pubblicazioni di svariati volumi che intimidivano gli stessi professori. Fu presto notato dal Prof. Pietro Tullio, all’epoca considerato il più autorevole fisiologo italiano, stimato a livello mondiale e due volte candidato al Nobel per la medicina nel 1930 e nel 1932. Attraverso il suo maestro, Luigi Di Bella si formò nell’ambito di quella scuola medica e fisiologica che il mondo ci invidiava e che aveva visto esponenti come Augusto Murri e Pietro Albertoni, vere glorie italiane. Senza soffermarsi troppo su queste due figure di medici e professori universitari, cito solo che raggiungevano percentuali elevatissime di diagnosi esatte (92% Murri e 98% Albertoni) in un’epoca in cui non esistevano TAC e risonanze magnetiche. Se pensiamo ai pazienti che oggi sono costretti e peregrinare tra specialisti e ospedali, con decine di esami prescritti e spesso ripetuti, senza magari arrivare ad una diagnosi certa della malattia, verrebbe da sorridere se non ci fosse da piangere. La prima pubblicazione scientifica di Luigi Di Bella compare, accanto al nome del suo maestro Tullio, quando è ancora studente del secondo anno di università, a soli 19 anni. Arriverà a laurearsi con 110 e lode ancora ventitreenne nel 1936, dopo aver sostenuto 12 esami in più rispetto a quelli regolamentari. Subito dopo la laurea viene contattato da Guglielmo Marconi, premio Nobel e Presidente del CNR, che lo vorrebbe con sé in quell’Ente, ma Luigi Di Bella declina l’invito, preferendo continuare gli studi e le ricerche nell’ambito della medicina. Laureatosi nel frattempo anche in Farmacia e in Chimica, e divenuto professore universitario a Parma e poi a Modena, allo scoppio della guerra viene inviato a dirigere un ospedale militare in Grecia, dove si sottopone a privazioni inaudite per aiutare i feriti, arrivando a dormire in piedi appoggiato ad una colonna e a rinunciare al pasto da ufficiale che gli spettava, per donarlo ai malati. Nell’immediato dopoguerra iniziano a delinearsi le prima ricerche che lo porteranno anni dopo all’ideazione del suo metodo di cura per i tumori, ma contemporaneamente si scatena una persecuzione durissima da parte dell’ambiente universitario che non gli perdonava l’assoluta superiorità d’intelletto, l’onestà e la dirittura morale, l’umiltà che caratterizzava ogni suo comportamento. Gli studenti lo idolatrano affollando le sue lezioni, a tal punto che durante l’occupazione studentesca del 1968 il Prof. Di Bella sarà l’unico professore che gli studenti autorizzeranno ad entrare nell’università per svolgere le lezioni. Inizia a diffondersi anche la sua fama di medico capace di fare diagnosi di un’esattezza inarrivabile, e di risolvere situazioni ritenute senza speranza dai medici più blasonati. Anche questo contribuirà ad alimentare quelle invidie e quella persecuzione che non gli daranno tregua fino all’ultimo dei suoi giorni. I malati, che per tutta la vita visiterà gratis arrivando a regalare loro le medicine, iniziano ad affluire in numero sempre più grande, costringendolo a trascorrere ore e ore la sera dopo le lezioni, e le domeniche a casa, a visitare. I baroni universitari dell’università di Modena lo relegano in un’angusta stanzetta dell’istituto di Fisiologia e gli impediscono, di fatto, di compiere ricerche, negandogli i fondi universitari a cui avrebbe diritto di accedere. Lo scienziato sarà per questo costretto ad indebitarsi per costruirsi un suo laboratorio privato che, una volta portato a termine, gli consentirà almeno in parte di proseguire i suoi studi. Inizia anche a partecipare a congressi medici e scientifici nazionali ed internazionali, mentre continua a pubblicare i risultati delle sue ricerche. Al termine della sua vita, si conteranno circa 200 pubblicazioni e un centinaio di partecipazioni ai congressi. Dopo un complesso e faticoso iter sperimentale, il 6 dicembre 1973 presenta i primi risultati della cura da lui messa a punto per i tumori (inizialmente solo per leucemie e linfomi, e poi estesa a tutti i tumori solidi). Riceve l’appoggio e la considerazione del dott. Domenico Campanacci, il più illustre clinico italiano del dopoguerra, e degli eminenti Edoardo Storti, ematologo, ed Emilio Trabucchi, farmacologo. Ma neanche questi, dall’alto della loro autorevolezza, possono far nulla contro il potere delle aziende farmaceutiche già allora fortissimo, e delle baronie universitarie e mediche che si sentivano scavalcate e superate da quel medico che aveva osato dare speranze concrete a malati di patologie mortali (nel 1973 si conoscevano solo 500 malati di leucemia in tutto il mondo che erano sopravvissuti per più di 5 anni). Gli unici interessamenti genuini gli arrivano dall’estero: medici ed istituzioni ospedaliere di tutto il mondo lo contattano e si informano sui princìpi della sua cura. Il numero dei pazienti che accorrono da lui, grazie anche all’annuncio della sua cura pubblicato su diversi periodici, aumenta fino a livelli insostenibili. Anche perché non cura solo i tumori: la sua impostazione squisitamente fisiologica della medicina, unita all’ingegno prodigioso e alla conoscenza profonda di tutte le branche della scienza medica, gli consente di curare con successo le più svariate patologie, dalle piastrinopenie al morbo di Crohn, dalla psoriasi alla sclerosi multipla. Nel frattempo, già un anno dopo la presentazione della sua cura, subisce, mentre era nell’istituto di Fisiologia, un tentativo di avvelenamento da cui riesce a salvarsi intuendo la causa dei gravi sintomi che avvertiva. Poco tempo dopo subirà diversi investimenti per le strade di Modena, mentre era in sella alla sua inseparabile bicicletta. L’ultimo attentato avverrà nel 1996 mentre, ormai ottantaquattrenne, si recava in bici nel suo laboratorio per visitare i malati: affiancato e colpito da dietro con un sacco di sabbia, finirà a terra e si risveglierà in ospedale con un trauma cranico, una commozione cerebrale e la compromissione dell’udito ad un orecchio. Nonostante ciò, appena riavutosi chiede di essere dimesso e si reca in laboratorio, con ancora le bende macchiate di sangue, e inizia a visitare i malati che lo attendevano all’ingresso. La famigerata sperimentazione del 1998 richiederebbe una trattazione troppo lunga. Quello che è importante sottolineare è che il Ministero dalla Sanità non l’avrebbe mai organizzata se non fosse stato assolutamente certo dei risultati che ne avrebbe fatto scaturire, nascondendo nelle statistiche la realtà dei fatti. Basti pensare che, nonostante le infinite cause di invalidazione (farmaci fondamentali non somministrati, farmaci scaduti e inquinati dall’acetone, somministrazione della somatostatina senza siringa temporizzata, membri della commissione ostili al metodo Di Bella già prima della sperimentazione, i protocolli fatti firmare a sua insaputa, pazienti con 3 mesi di vita e già chemiotrattati, ecc…), il 43% dei pazienti risultava ancora in vita al termine della sperimentazione. Nonostante le amarezze, le perfidie subìte e le delusioni, Luigi Di Bella continuerà fino al termine della sua vita a fare ricerca e a visitare malati. Dato il loro elevatissimo numero, negli ultimi anni sarà costretto a limitare le visite ai soli bambini. Gli ultimi li visiterà, novantenne, mentre è già in condizioni molto precarie, spossato e con la febbre alta, grazie ad una forza di volontà che lo ha caratterizzato per tutta la vita, rafforzandosi invece di smorzarsi ad ogni colpo ricevuto. Lascerà questo mondo il 1° luglio 2003, pochi giorni prima del suo 91° compleanno. Pochi mesi prima aveva scritto: “So che non morirò più completamente, per aver lasciato qualcosa di memorabile. Sono degno? Lo diranno gli altri. L’animo mi dice tuttavia che non sono vissuto inutilmente, perché ho fatto del bene ed ho gioito per il bene fatto”. Infine, qualche osservazione sul suo Metodo. A differenza di tutte le altre cure cosiddette alternative per la cura del cancro (dal veleno di scorpione ai vari bicarbonati, ascorbati e succhi di aloe…), il metodo Di Bella è l’unica cura squisitamente fisiologica, impostata cioè sui princìpi della fisiologia che è la disciplina che studia il funzionamento degli organismi viventi, dai fenomeni macroscopici fino ai più piccoli legami molecolari. Per dirla in breve, è la scienza che studia la vita e i meccanismi con cui essa si sostiene. E’ una materia fondamentale e alla base di tutte le altre discipline mediche, e non a caso, nel degrado voluto e pianificato della medicina attuale che va di pari passo col degrado di tutta la civiltà, essa è stata ridotta e svilita nei programmi universitari a tal punto che lo studente arriva a laurearsi in medicina capendone poco o nulla. Il tumore, inoltre, è una patologia multifattoriale e non potrà mai essere guarita da un unico rimedio. Non a caso, il metodo Di Bella comprende un numero ben nutrito di diverse sostanze fisiologiche, farmaci e princìpi vitaminici, la cui composizione è stata studiata per avere effetto sinergico, per cui l’effetto di ognuno è potenziato dall’assunzione di tutti gli altri. Per ognuna di queste componenti sono comparsi negli anni un’infinità di studi sulle riviste scientifiche (attualmente ammontano a qualche decina di migliaia) che ne dimostrano l’efficacia antitumorale. E’ per tutte queste ragioni che, se si considera alternativo il metodo Di Bella, si va fuori strada e si fa un favore ai suoi detrattori. Non è assolutamente alternativa alle cure ufficiali, ma si tratta in realtà dell’unica cura realmente efficace, e soprattutto fisiologica, contro i tumori. Un altro fatto significativo sono gli oltre 700 casi documentati di efficacia del metodo Di Bella pubblicati su riviste scientifiche. La dott.ssa Brandi in trasmissione ha citato in proposito lo studio pubblicato recentemente sui pazienti con tumore alla prostata che hanno avuto remissione della malattia e ha sottolineato, correttamente, che per essere pubblicati devono essere corredati da una documentazione ineccepibile (diagnosi fatta in strutture sanitarie, ed esami strumentali che documentano la remissione). Non esiste alcun altro metodo che pretende di curare il cancro, che abbia anche un solo caso documentato e pubblicato su riviste scientifiche accreditate. Tanti altri aspetti del Metodo, della pseudo-sperimentazione e della vita dello scienziato sono descritti nella biografia “Il poeta della scienza” del figlio Adolfo, che auspico possa essere invitato in trasmissione per chiarire e approfondire tanti degli aspetti citati, ma soprattutto per portare una testimonianza unica: quella di una vita trascorsa accanto ad un genio e benefattore dell’umanità. Mi scuso per essermi dilungato, concludo con un saluto e i migliori auguri per il prosieguo della trasmissione. Luca RECENSIONE ciao ragazzi, mi è venuto in mente una cosa simpatica ma in questo momento Paolo sta parlando di cose serie e non so sia il caso di inviarti questa cosa. il dubbio viene dal fatto che ho pensato questa cosa solo per sentire una vostra risata in diretta. Ve la invio.. questo è il mio parere sul film di Varo Venturi http://www.youtube.com/watch?v=LTU-lVm2LJM non so se sia il caso di farla sentire al l’interessato. Ciao , complimenti come al solito e grazie Carlo
RINGRAZIAMENTI 1
Ciao Fabio, dopo un anno di ascolto, volevo ringraziare te e i tuoi collaboratori per ciò che fate e come lo fate. Un grazie va anche a Paolo per il suo prezioso contributo. Un saluto, Filippo
RINGRAZIAMENTI 2
Puntata ECCEZZIONALE!!! lucidissime analisi di Paolo Franceschetti sull’illogicità,(folle) dei comportamenti umani, e preziosa intervista come sempre di Varo Venturi…; Puntata di altissima qualità; Massimo Mazzucco credo non sarà da meno. Spero presto in un ritorno di Corrado Malanga, altra persona di indescrivibile valore.Non aggiungo altro.Saluti a tutti